Non tocco il blog da mesi ormai, ma oggi ne ho bisogno.
Ne ho bisogno perchè sento il bisogno di scrivere, per lui, che oggi ci lascia.
Ciao Alex,
ti scrivo solo per dirti Grazie.
Grazie perché ho 22 anni e per me tu e la Juve siete sempre stati una sola cosa da quando posso ricordarlo.
Grazie perché ho amato la Juve per merito tuo.
Grazie perché da te ho capito che dopo una brutta caduta bisogna solo aspettare e poi rialzarsi per far vedere al mondo che si è più forti di prima.
Grazie perché nonostante abbia visto allo stadio la peggiore partita di questa stagione è stato tutto bellissimo perché ho visto giocare te.
Grazie perché la Juve non sarà più la stessa quando te ne andrai, e ancora non riesco a crederci che stia succedendo davvero.
Grazie perché sei una persona umile che non si è mai montata la testa nonostante avessi tutte le ragioni per farlo.
Grazie perché sei stato un maestro di cosa vuol dire rispetto e lavoro.
Grazie perché con te ogni vittoria ha avuto un sapore più bello.
Grazie perché sei e resterai sempre la Juve.
Grazie perché hai segnato un'epoca.
Grazie per le tue punizioni.
Grazie perché sei Pinturicchio.
Grazie perché ti abbiamo aspettato, Godot, e sei tornato.
Grazie per la Serie B.
Grazie per il pallone d'oro che non hai ricevuto ma che hai sempre meritato.
Grazie per la tua linguaccia.
Grazie perché hai giocato in quattro stadi.
Grazie per i gol al Bernabeu.
Grazie per Germania 2006.
Grazie perché con te sono 30 sul campo.
Grazie per le lacrime.
Grazie perché rimarrai il nostro unico capitano.
Grazie di tutto grande campione.
E che sia un arrivederci.
Perchè una volta non ci porti pure me?
Il calcio maschile visto da una donna
domenica 13 maggio 2012
mercoledì 30 novembre 2011
San Gennaro V. Sant'Antonio Conte
Ieri sera abbiamo assistito ad una delle più belle e chiacchierate partite di tutto questo campionato di calcio.
La Juventus, dopo il rinvio della gara che aveva destato perplessità, si è apprestata ieri sera a giocare una partita fondamentale in quel di Napoli, in un San Paolo gremito come nelle migliori occasioni (vedi le gare di Champions).
Le difficoltà erano parecchie per entrambe le squadre: la Juventus si è trovata priva di uno dei suoi migliori uomini, Claudio Marchisio, per squalifica, stravolgendo così i dettami tattici che avevano caratterizzato la formazione bianconera nelle ultime giornate, ma soprattutto sapeva di dover combattere contro una squadra che trova nel suo stadio e in San Gennaro il suo dodicesimo uomo; da non sottovalutare inoltre l'imbattibilità perpetrata dall'inizio del campionato e difficile da confermare in una partita del genere.
Il Napoli invece, dopo la fatica dovuta agli impegni di Champions che l'hanno portata seconda nel girone specialmente dopo l'impresa contro il Manchester City, ha dovuto fare i conti con l'assenza dell'ultimo minuto del suo Matador Cavani, che sebbene poco incisivo finora in campionato l'anno scorso rifilò proprio alla Juventus una tripletta.
Mazzarri perciò si affida a Pandev per sostituire l'uruguaiano, mentre Conte manda in campo dal primo minuto la scommessa Estigarribia, che dopo la splendida prestazione in Copa America ha avuto poche possibilità di dimostrare il suo valore.
Alla luce del risultato, entrambi i tecnici hanno avuto ragione.
Dopo un inizio di primo tempo che ha visto i bianconeri più motivati, è il Napoli che ha la prima occasione con un rigore segnato da Hamsik, ma lo slovacco, sceso addirittura negli spogliatoi per festeggiare, trova una sorpresa al suo ritorno in campo: l'arbitro Tagliavento, secondo regolamento, decide di ribattere il rigore e stavolta il calciatore la manda alta sopra la traversa, dovendo attendere qualche minuto prima di poter mettere la sua firma nel tabellino della partita. Napoli dunque in vantaggio, confermato poco dopo proprio dal macedone Pandev. Fine primo tempo 2-0 per i padroni di casa.
Nel secondo tempo la Juve reagisce subito con Alessandro Matri, al suo sesto gol stagionale, ma è di nuovo il Napoli che in un contropiede segna il 3 a 1 sempre con Pandev, che contro la Juve sembra essersi risvegliato dal suo ritardo e dalle polemiche della scorsa settimana con Mazzarri.
La Juve però non molla, continua ad attaccare e proprio Estigarribia realizza il gol del 3 a 2, per poi arrivare addirittura al pareggio con un Simone Pepe magistrale, in uno stato di grazia che lo ha portato a segnare sempre nelle ultime tre partite, specialmente contro la Lazio in cui la sua rete, proprio come l'anno precedente, si è rivelata decisiva per la vittoria.
Quello che ha stupito alcuni, o ha dato una conferma ad altri, è stato l'animo da vera vincente della nuova Juventus: i giocatori non hanno mai mollato (e c'è da dire che anche i tifosi non hanno mai smesso di crederci), arrivando ad un finale in cui l'ambizione rischiava addirittura di portare una vittoria.
Se Napoli aveva dalla sua San Gennaro, la Juve deve votarsi a Sant'Antonio Conte, che sta traghettando di partita in partita la Vecchia Signora a riscoprire il valore e l'ossatura di una squadra vera, che soffre ma non sa mollare, ed è forse questo che è realmente mancato alla Torino Bianconera negli ultimi anni.
Le uniche note spiacevoli, in una serata d'oro come questa, sono due a mio avviso: una difesa che deve ancora migliorare per arrivare ai livelli di eccellenza, ma soprattutto un Del Piero che fa male vedere in campo per soli 3 minuti.
La Juventus, dopo il rinvio della gara che aveva destato perplessità, si è apprestata ieri sera a giocare una partita fondamentale in quel di Napoli, in un San Paolo gremito come nelle migliori occasioni (vedi le gare di Champions).
Le difficoltà erano parecchie per entrambe le squadre: la Juventus si è trovata priva di uno dei suoi migliori uomini, Claudio Marchisio, per squalifica, stravolgendo così i dettami tattici che avevano caratterizzato la formazione bianconera nelle ultime giornate, ma soprattutto sapeva di dover combattere contro una squadra che trova nel suo stadio e in San Gennaro il suo dodicesimo uomo; da non sottovalutare inoltre l'imbattibilità perpetrata dall'inizio del campionato e difficile da confermare in una partita del genere.
Il Napoli invece, dopo la fatica dovuta agli impegni di Champions che l'hanno portata seconda nel girone specialmente dopo l'impresa contro il Manchester City, ha dovuto fare i conti con l'assenza dell'ultimo minuto del suo Matador Cavani, che sebbene poco incisivo finora in campionato l'anno scorso rifilò proprio alla Juventus una tripletta.
Alla luce del risultato, entrambi i tecnici hanno avuto ragione.
Dopo un inizio di primo tempo che ha visto i bianconeri più motivati, è il Napoli che ha la prima occasione con un rigore segnato da Hamsik, ma lo slovacco, sceso addirittura negli spogliatoi per festeggiare, trova una sorpresa al suo ritorno in campo: l'arbitro Tagliavento, secondo regolamento, decide di ribattere il rigore e stavolta il calciatore la manda alta sopra la traversa, dovendo attendere qualche minuto prima di poter mettere la sua firma nel tabellino della partita. Napoli dunque in vantaggio, confermato poco dopo proprio dal macedone Pandev. Fine primo tempo 2-0 per i padroni di casa.
Nel secondo tempo la Juve reagisce subito con Alessandro Matri, al suo sesto gol stagionale, ma è di nuovo il Napoli che in un contropiede segna il 3 a 1 sempre con Pandev, che contro la Juve sembra essersi risvegliato dal suo ritardo e dalle polemiche della scorsa settimana con Mazzarri.
La Juve però non molla, continua ad attaccare e proprio Estigarribia realizza il gol del 3 a 2, per poi arrivare addirittura al pareggio con un Simone Pepe magistrale, in uno stato di grazia che lo ha portato a segnare sempre nelle ultime tre partite, specialmente contro la Lazio in cui la sua rete, proprio come l'anno precedente, si è rivelata decisiva per la vittoria.
Quello che ha stupito alcuni, o ha dato una conferma ad altri, è stato l'animo da vera vincente della nuova Juventus: i giocatori non hanno mai mollato (e c'è da dire che anche i tifosi non hanno mai smesso di crederci), arrivando ad un finale in cui l'ambizione rischiava addirittura di portare una vittoria.
Se Napoli aveva dalla sua San Gennaro, la Juve deve votarsi a Sant'Antonio Conte, che sta traghettando di partita in partita la Vecchia Signora a riscoprire il valore e l'ossatura di una squadra vera, che soffre ma non sa mollare, ed è forse questo che è realmente mancato alla Torino Bianconera negli ultimi anni.
Le uniche note spiacevoli, in una serata d'oro come questa, sono due a mio avviso: una difesa che deve ancora migliorare per arrivare ai livelli di eccellenza, ma soprattutto un Del Piero che fa male vedere in campo per soli 3 minuti.
martedì 18 ottobre 2011
Che mondo sarebbe senza Del Piero
"Giornata ricca di impegni per la Juventus: Andrea Agnelli ha infatti aperto stamattina l’assemblea degli azionisti per l’aumento di capitale, che si aggira intorno ai 120 milioni di euro, con un debito da sanare di circa 100 milioni di euro.
Dure le parole del presidente riguardo al bilancio 2010-2011, definito” il peggiore della storia della Juve, un bilancio che accoglie l'investimento virtuoso per lo stadio, […] intollerabile per la perdita ma frutto della volontà di mantenere una Juve competitiva che possa aspettare a vincere come la storia impone".
"Il nostro unico obiettivo – ha continuato Agnelli - è tornare a vincere, anche se il cammino è arduo, ci sono ostacoli davanti a noi e non vogliamo illudere nessuno. La rosa però è competitiva, deve crescere in atteggiamento, determinazione e grinta, ma è in grado di ambire ai risultati che ci competono”
Ma a fare scalpore più di ogni altra cosa, è stata la dichiarazione shock di Agnelli su Alessandro Del Piero: "L'unico legame tra le varie case della Juve è il nostro capitano, lui, Alessandro Del Piero, che ha voluto rimanere con noi ancora un anno per quello che sarà il suo ultimo anno in bianconero. A lui dedichiamo tutti un grande applauso".
Al capitano bianconero, che anche domenica si è reso protagonista a Verona con un palo e almeno un’altra occasione da gol, dunque non resta che un solo anno per riportare la Juventus ai fasti di un tempo, da vero trascinatore quale si è sempre dimostrato.
Il futuro di Del Piero, incerto fino a pochi mesi fa anche in virtù della volontà del Pinturicchio di tornare a giocare la Champions con la sua Juve nella nuova casa, lo Juventus Stadium tanto acclamato da tutti e nella cui presentazione le storie dei capitani simbolo Del Piero e Boniperti si sono intrecciate sulla storica panchina, sembra ora, a meno di un mese dal trentasettesimo compleanno della stella juventina, destinato a concludersi con il termine di questo campionato.
Comunque vada, i tifosi bianconeri non possono che mandare il loro ringraziamento più grande al campione che più di tutti ha contribuito alla storia della Juventus nell’ultimo ventennio, e sperare che continui a fare magie in quest’ultimo anno con la Vecchia Signora, riportando il sorriso perso ormai da troppi anni sui volti degli juventini."
Fonte: Vavel Italia
Torno a scrivere sul blog dopo tanto tempo, postandovi il mio articolo, perchè proprio non ce la faccio stasera a non essere triste.
Una juventina sin da piccola non può evitare la tristezza il giorno in cui si svela quello che già si immaginava da tempo: il ritiro dalle scene di un capitano unico, senza precedenti.
Da piccolina, mi ricordo, ero innamorata di Inzaghi, ma mi passò subito, perchè avevo già capito che di Del Piero ce ne sarebbe stato solo uno. E mi ricordo benissimo quando lo vidi giocare dal vivo, una emozione forte che nonostante i pochi anni di età riesco ancora a ricordare.
Oggi, anche se c'è un intero campionato ancora in cui assistere alle sue magie, qualcosa si spegne nel cuore di tanti tifosi, specie dopo gli insuccessi degli ultimi anni, specie dopo il marcio del calcio moderno.
Alessandro Del Piero è una di quelle poche persone che in tempi di crisi, di mancanza di valori, riesce ancora a farti innamorare del gioco del calcio, che mantiene viva quella fede che brucia dentro i tifosi.
Un pò di quella voglia di vivere di pallone muore oggi. E altra ancora se ne andrà il giorno dell'ultimo giro di campo.
Grazie di tutto Capitano.
domenica 11 settembre 2011
Juventus, ritorno alle origini
E dopo una spettacolare cerimonia di inaugurazione che ha ridato alla Juventus una casa...
... oggi c'è stata la prima partita ufficiale della Juve.
Ecco a voi la cronaca (l'articolo originale lo trovate qui)
"Buona la prima: la Juventus, grazie allo sciopero che ha fatto slittare la prima di campionato, riesce a fare il suo debutto nel nuovo stadio casalingo contro il Parma, e lo fa con una vittoria in grande stile.
Partita non facile sulla carta visti i precedenti con i gialloblu nella scorsa stagione, con il grave infortunio di Quagliarella nel girone d'andata e l'umiliante 4 a 1 subito al ritorno, ma anche perchè si tratta della prima partita sulla panchina bianconera per Antonio Conte, capitano del recente passato chiamato ad un recupero degli antichi fasti dopo due stagioni alquanto deludenti per la Juventus.
I bianconeri, carichi d'entusiasmo per la storica prima partita ufficiale nello Juventus Stadium, risultano subito offensivi e pericolosi: la prima grande occasione si ha al 4' con un fallo dubbio in area di rigore su Matri, ma l'arbitro lascia proseguire. Dopo pochi minuti però la Juve non lascia nulla al caso, e su assist di Pirlo Lichtsteiner la mette dentro siglando l'uno a zero, nonostante le proteste del Parma per un fallo di mano di Barzagli all'inizio dell'azione che ha portato al gol. Il Parma è inconsistente, e tranne pochi sprazzi di Pellè e Giovinco, non riesce mai ad essere pericoloso; è Matri invece che di testa segna il gol del raddoppio, gol poi annullato per un fuorigioco molto discusso, poichè Zaccardo sembra tenere in gioco la punta bianconera.
Nel secondo tempo il Parma sembra cambiare atteggiamento, partendo all'attacco con la Formica Atomica assistita da Galloppa, ma quando Buffon, in uno dei pochi momenti in cui viene chiamato in causa sbaglia una presa, i gialloblu non riescono ad approfittarne ed è la Juventus a riprendere in mano la partita. Matri, su assist di Del Piero sbaglia un gol quasi fatto colpendo il palo che fa rimbalzare la palla fuori, e complice una massiccia dose di sfortuna, lascia il posto a Vucinic senza riuscire a mettere la sua firma sul risultato. Passano solo pochi minuti e di nuovo il Capitano regala un assist prezioso a Pepe che non sbaglia e con un colpo potente di collo pieno centra la porta, aggiungendo un punto a suo favore ad una prestazione già ottima.
La difesa del Parma concede troppo alla squadra casalinga, con un Rubin che perde quasi sempre palla nel confronto sulla fascia con Pepe, e a poco servono gli ingressi di Biabiany per Modesto e di Floccari al posto di Pellè ad una squadra che è sempre apparsa in difficoltà.
Al 21' del secondo tempo esce Alessandro Del Piero, che insieme a Pirlo ha regalato qualità all'intera squadra, tra gli applausi del pubblico per la solita buona prestazione, lasciando il posto a Vidal che si trova ora schierata con un 4-3-3. Ed è proprio il cileno, dopo una buona azione del Parma con Biabiany che però poi sciupa il tutto, a ribaltare le carte e a firmare il 3 a 0, presentandosi nel modo migliorei ai tifosi.
La Juve continua a mantenere il possesso palla grazie anche alla finalmente buona copertura della coppia centrale di difesa formata dai Barzagli e Chiellini, e senza perdere lucidità sigla addirittura il 4 a 0 con uno straordinario gol di Marchisio.
L'unica pecca della giornata arriva proprio a fine gara, quando ingenuamente De Ceglie compie un fallo su Giovinco che gli costa l'espulsione e regala al Parma un calcio di rigore. E proprio Giovinco dal dischetto spiazza Buffon e segna il gol della bandiera, ad un minuto dalla fine dei tempi di recupero.
Per ridimensionare un pò il successo juventino c'è da dire che questo in parte è dovuto anche al Parma, che poco o nulla ha fatto per cambiare le sorti di una partita che sembrava già scritta.
Conte, che ha continuato ad incitare la squadra a non avere cali di attenzione, può però ritenersi soddisfatto dei tre punti conquistati e della squadra che ha imbastito nel precampionato, con l'unica grana di dover decidere chi schierare nella prossima partita al posto di De Ceglie, dato che con il prestito di Ziegler l'unica possibilità sembra essere Grosso, a meno che non cambi tutto utilizzando la carta jolly Vidal.
Di certo però ha di che gioire il tecnico salentino, con una formidabile partita dell'ex milanista Pirlo che ha spazzato via tutti i dubbi di chi vedeva nella sua età un fattore che potesse incidere sulle sue prestazioni."
domenica 7 agosto 2011
Milano Beijing solo andata
Dopo le varie amichevoli estive che spopolano nei palinsesti delle tv sportive da qualche settimana a questa parte, finalmente ieri c'è stato un assaggio di cosa potrà offrire il nuovo campionato.
Un assaggio che oltretutto potrebbe rimanere tale, dato che oggi è stata inviata la lettere aperta dell'Assocalciatori firmata da tutti i capitani delle squadre di serie A in cui si invita a trovare subito una soluzione riguardo al contratto, altrimenti si correrà il rischio di uno slittamento del campionato, un pò come sta accadendo in NBA.
A Pechino infatti ieri si è svolta la Supercoppa Italiana, tra il Milan campione d'Italia e l'Inter che ha avuto la meglio sul Palermo in finale di Coppa Italia.
Un assaggio che oltretutto potrebbe rimanere tale, dato che oggi è stata inviata la lettere aperta dell'Assocalciatori firmata da tutti i capitani delle squadre di serie A in cui si invita a trovare subito una soluzione riguardo al contratto, altrimenti si correrà il rischio di uno slittamento del campionato, un pò come sta accadendo in NBA.
A Pechino infatti ieri si è svolta la Supercoppa Italiana, tra il Milan campione d'Italia e l'Inter che ha avuto la meglio sul Palermo in finale di Coppa Italia.
Prima uscita stagionale ed è subito derby: combattutissimo anche fuori dal campo, dato che le due milanesi sono le squadre italiane più amate dalla Capitale cinese.
E se le donne cinesi vanno letteralmente in visibilio per il rossonero Nesta...
... Gli uomini non hanno fatto sentire, purtroppo, la mancanza del tifo nostrano, a causa degli scontri innescati dagli interisti Made in China.
La gara ad ogni modo risultava importante per entrambe le squadre, non tanto per il fatto di essere il primo trofeo stagionale, quanto per confermare o testare il livello della squadra proprio in vista del campionato prossimo.
Inizialmente a passare in vantaggio è l'Inter, grazie ad una punizione di quel Wesley Sneijder di cui si parla tanto al momento in vista di una sua probabile partenza (meta più accreditata Manchester sponda City, benchè in giornata siano arrivate le smentite).
Ma il gol dell'olandese non basta ai nerazzurri che avevano dominato la gara per tutto il primo tempo, e infatti nel secondo tempo arriva prima il pareggio dei rossoneri con il solito Ibra, poi addirittura il sorpasso con Boateng che la infila dopo il tentativo di Pato respinto sul palo da Julio Cesar.
A poco serve il pareggio nei minuti di recupero di Eto'o, se il guardalinee dice che è in fuorigioco.
Il primo trofeo dunque va al Milan, con l'Inter battuta come due anni fa dalla Lazio, sempre a Pechino, sempre per 2-1.
Ora bisognerà vedere se il tempo darà ragione a questo risultato a favore del Milan oppure al progetto di Gasperini, ancora tutto in divenire.
lunedì 1 agosto 2011
PSG = Parigi Sogna Grande
Questi giorni di pioggia estiva hanno invece riscaldato il mercato: tantissime le cessioni e i nuovi acquisti.
Ma la squadra regina degli ultimi giorni è soltanto una, il Paris Saint-Germain.
A proposito vi riporto il mio articolo per Vavel.com:
"Le prime sono state Manchester City e Malaga, rispettivamente in Inghilterra e Spagna, che una volta passate in mano alla gestione degli sceicchi hanno potuto stravolgere gli equilibri di mercato diventando destinazione preferita di molte stelle del calcio. Adesso a loro si è aggiunto il Paris Saint-Germain, unica squadra della capitale e una delle più seguite a livello nazionale in Francia, acquistata dagli sceicchi della Qatar Investment Authority. Il risultato che si spera di ottenere è quello del rilancio del calcio francese in Europa, e di una maggiore competitività nello stesso campionato francese, grazie al notevole aumento di budget a disposizione per il mercato estivo.
Ma la squadra regina degli ultimi giorni è soltanto una, il Paris Saint-Germain.
A proposito vi riporto il mio articolo per Vavel.com:
"Le prime sono state Manchester City e Malaga, rispettivamente in Inghilterra e Spagna, che una volta passate in mano alla gestione degli sceicchi hanno potuto stravolgere gli equilibri di mercato diventando destinazione preferita di molte stelle del calcio. Adesso a loro si è aggiunto il Paris Saint-Germain, unica squadra della capitale e una delle più seguite a livello nazionale in Francia, acquistata dagli sceicchi della Qatar Investment Authority. Il risultato che si spera di ottenere è quello del rilancio del calcio francese in Europa, e di una maggiore competitività nello stesso campionato francese, grazie al notevole aumento di budget a disposizione per il mercato estivo.
E infatti il PSG sta già acquistando il titolo di regina del mercato, visti gli 86 milioni spesi nel solo mese di luglio: molto del merito va all’ingaggio di Leonardo, ex allenatore di Milan e Inter, in qualità di direttore sportivo, che è riuscito a portare all’ombra della Tour Eiffel primo fra tutti Jeremy Menez, il quale dopo l’esperienza alla Roma ha già avuto modo di rivedere gli ex compagni giallorossi nel triangolare di Innsbruck.
Tra gli altri acquisti invece, sempre provenienti dal campionato italiano, spiccano quelli diMomo Sissoko, da tempo fuori dai piani della nuova Juventus, di Salvatore Sirigu, ex portiere del Palermo, ma soprattutto del compagno rosanero e stella dell’Argentina Javier Pastore, che Zamparini ha lasciato andare per la cifra di 43 milioni di euro.
L'articolo originale lo trovate qui!
Chissà che il PSG non diventi una moderna Cenerentola?
venerdì 22 luglio 2011
Sceneggiate Napoletane
Stamattina mentre ero in pullman per tornare a casa, controllando Twitter leggevo un cinguettio di Sky Sport 24: "Lavezzi uno scapigliato, Messi un cretino". Parola di De Laurentiis.
In poche parole, il caro presidente napoletano ha sfogato tutta la sua rabbia nei confronti della Copa America. Niente di nuovo in realtà, visto che già qualche giorno fa aveva tuonato che avrebbe fatto causa all'Uruguay qualora avessero fatto giocare Cavani infortunato.
In poche parole, il caro presidente napoletano ha sfogato tutta la sua rabbia nei confronti della Copa America. Niente di nuovo in realtà, visto che già qualche giorno fa aveva tuonato che avrebbe fatto causa all'Uruguay qualora avessero fatto giocare Cavani infortunato.
In questa occasione le critiche le ha rivolte soprattutto alla Nazionale argentina e in particolare a Messi, definendolo un cretino, poichè, a detto sua, avrebbe dovuto rifiutare di partecipare alla Copa essendo questa, sempre secondo il DeLaurentiisPensiero, una manifestazione in cui far giocare gli Under da mettere in vetrina, vista l'impossibilità di imbastire una squadra reale e compatta in così poco tempo.
Insomma, dopo le maschere di Inler e Aronica, le dichiarazioni sul presunto valore di Hamsik di 100 milioni e i paragoni tra la volontà di dare sempre il meglio nel calcio e una prestazione orgasmica, sembra che De Laurentiis stia facendo convergere sempre più il suo volto calcistico con quello cinematografico.
Non essendo una tifosa del Napoli non è di certo un mio problema, ma con queste sceneggiate anche una squadra forte e ben organizzata, come ha dimostrato di essere il Napoli, perde un po' in credibilità...
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